Intro
Una sera di Luglio ero in giro per le vie di Pisa con un amico. Ci perdiamo nei vicoletti e nella strava verso casa, vidi una polverosa ed abbandonata bici con i freni a bacchetta nei pressi di un cassonetto. Me ne innamorai subito! Aveva un telaio diverso da quelle a cui ero abituato e nonostante le ruote completamente storte e la quasi assenza delle altre parti, decisi di prenderla.
Smontaggio
Arrivato a casa l'ho smontata in ogni sua parte. Ho così iniziato a rimuovere la ruggine con della carta vetrata molto fine. Ho recuperato il recuperabile (i cuscinetti delle ruote e del manubrio erano perfettamente integri!) il resto l'ho preso da altre vecchie bici nei mesi successivi.
![pezzi di bici](pic/photo_2020-09-07_19-16-38.jpg)
![telaio](pic/photo_2020-09-07_19-16-37.jpg)
All'opera!
La sola carta vetrata non bastava contro la ruggine, così ho acquistato del ferox e ho passato 2 mani in tutte le parti che necessitavano di una riverniciatura. Quest'ultima è stata eseguita con del semplice smalto in bomboletta (bianco avorio per il telaio, marrone noce per le altre parti). Di seguito la differenza tra prima e dopo la verniciatura.
![confronto vernice](pic/photo_2020-09-07_19-16-30.jpg)
Conclusioni
Penso che mettere le mani su un vecchio oggetti sia sempre un'esperienza formativa e questa mi ha dato l'ennesima conferma. Ho avuto difficoltà
a estrarre le tenute degli archetti per i freni e ho trovato geniale il consiglio di un biciclettaio di Pisa (il caro Claudio Bracaloni!):
scaldare fino a calor rosso, raffreddare lentamente e poi martello delicato. Un piccolo esempio per dire che a volte un problema che non si
era neanche immaginato potrebbe diventare un ostacolo invalicabile, ma usando una buona strategia di problem solvig si riesce a superarlo e
addirittura trarne degli insegnamenti.